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Storie


Adolfo Giovannini

Kaiserjäger trentino

(m.d.) - 15 settembre 2002 - Quando sentiamo parlare di Austria-Ungheria, di Francesco Giuseppe, di Mitteleuropa, di Imperi Centrali, di attentato di Sarajevo all´arciduca, di Grande Guerra, pensiamo a un tempo lontano, elementi di un epoca remota, racconti che escono da pagine polverose di liberi di storia, impartiti con pressapochezza da maestrine agitate dagli imminenti scrutini. Non ci si rende conto di quanto la storia ci guardi da poco più in là del nostro naso fino a quando incontriamo qualcuno che ha vissuto per davvero quei momenti che per noi giovani, rimbecilliti dalla TV e dalla multimedialità, sono così offuscati come fossero leggende o esagerazioni di qualche colossal del cinema. Con Adolfo Giovannini oggi ci ha lasciato una gran fetta di storia, un orgoglio, quello dei trentini per i Kaiserjäger, che al giorno d´oggi fatica a rimanere a galla di fronte alla marea di menzogne e di falsificazioni storiche.
Di seguito l’articolo tratto da “l´Alto Adige”, del 16 settembre 2002.


Ci lascia l’ultima testimonianza vivente
del più potente esercito di fine millennio

TRENTO - È morto l’ultimo Kaiserjäger. Ha visto tre secoli. Se n’è andato alla veneranda età di 104 anni Adolfo Giovannini, un’istituzione per Trento. È spirato Adolfo Giovanniniieri mattina all’ospedale Santa Chiara, dov’era ricoverato da una settimana. Una vita bella, lunga e serena. Fino a poche settimane fa lo si vedeva passeggiare tranquillamente per via Grazioli, dove acquistava il giornale. Fino a quattro anni fa aveva vissuto stabilmente in Bondone, dove si era ritirato a 60 anni nella casa costruita da giovane, nel lontano 1928. Una famiglia di longevi, la sua: vive ancora la sorella Santina, di 97 anni, mentre l’anno scorso se n’è andata un’altra sorella, Anna, all’età di 106 anni. Giovannini, tra gli altri, lascia il figlio Franco e il nipote Tito, anch’essi due storici bondoneri.
A luglio la città aveva onorato il vecchio Kaiserjäger. Giovannini aveva infatti tagliato il nastro della mostra di cimeli nella sala delle caserme austroungariche alle Viote. Grand’appassionato del Bondone, era stato alpinista provetto, tanto da portare Cesare Battisti alla scoperta della Paganella, per la quale il martire e geografo trentino l’aveva ricompensato con un quadro che Giovannini custodiva gelosamente.
Il 20 maggio 1915 Giovannini aveva vestito la divisa di Standschütze proprio alle Viote del Bondone. In una testimonianza rilasciata a Luca Biasi per il suo libro «Sui monti di Trento», edizioni Panorama, il Kaiserjäger Giovannini ricordava che da bambino saliva da Piedicastello al Palon per vedere i lavori di costruzione e che con i compagni si divertiva a far rotolare pietre. Un giorno i militari spararono un colpo contro quei ragazzi per intimorirli e cacciarli via. A luglio Giovannini era tornato a quelle caserme «visitate» prima da monello, poi da soldato ed infine da protagonista dell’inaugurazione della mostra.
Trovò la grande sala piena di cimeli ed anche la statua di legno che rappresenta il Kaiserjäger. A fianco del soldato c’è anche lo stemma originale che campeggiava sulla facciata della caserma dei Kaiserjäger di Trento.



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